
Protezione. Oggi ti racconto cosa vuol dire per me, sotto il sole così come nella vita di ogni giorno.
Mentre ero al mare, un paio di week end fa, pensavo a come ormai, da adulta, prendo sempre le dovute precauzioni per proteggere al meglio la mia pelle, usando soprattutto alle prime esposizioni una crema adatta ed affidabile come Lichtena. Non posso però dire lo stesso di quando espongo me stessa, buttandomi a capofitto in avventure e disavventure di ogni genere.
Riflettevo su come da piccola fossi spesso io la prima ad espormi, a buttarmi a capofitto, perlopiù senza paracadute.
Senza sicurezze. Mi gettavo testa e cuore nelle cose e nelle persone e l’estate era il periodo ideale per amplificare questo mio approccio.
Sfacciata, mi mettevo una protezione 6 quando mia nonna non era con me, e lasciavo che le avventure estive mi travolgessero, senza riflettere troppo. Più volte mi sono trovata in pasticci e situazioni assurde o imbarazzanti, come ad esempio trovarmi sola con il ragazzo del quale avevo voluto ad ogni costo attirare l’attenzione, salvo poi accorgermi che in realtà non mi interessava affatto.
Altre volte, occasioni colte al volo che si sono trasformate in meravigliosi ricordi. Come la storia con Federico, un ragazzo che vedevo spesso in spiaggia, ma che non conosceva nessuno. Stava lì, in disparte, vicino al papà e al fratellino minore.
Un giorno, come un fulmine a ciel sereno ho deciso di fare la prima mossa. Non potevo aspettare oltre.
Mi sono alzata, e senza dire niente a nessuno sono partita verso il suo piccolo accampamento di asciugamani, zaini e protezioni solari 30, per via della sua pelle delicata. Io, che mi sentivo una roccia, forte delle mie inutili conquiste estive (perché alla fine, volevo solo lui), non avevo avuto problemi a pararmi in piedi davanti a lui, che, sdraiato, mi osservava da una prospettiva capovolta, tra l’incuriosito e l’assonnato.
“Ti va di giocare a pallavolo con noi?”. Quella…quella si che era una buona scusa! Mancava sempre un giocatore, guarda caso. Federico mi guardava incredulo, come se non potesse credere che qualcuno davvero si era permesso di disturbare il suo sonnecchiare. Ma sua pdre aveva la risposta pronta per lui: “Dai su Fede, vai a giocare”.
Iniziò tra noi un lunghissimo tira e molla, fatto di sms contati, apparizioni sporadiche, frasi che volevano dire tutto e niente.
E una breve storia, terminata del tutto qualche anno dopo, quando ho capito che si vedeva con una ragazza della compagnia. Una che, guarda caso, non si era mai esposta molto e quando l’ha fatto, aveva già preso tutte le precauzioni del caso.
Ci sarebbero ancora molte cose da raccontare sul mio grande amore estivo (posso però rassicurarvi sul fatto che siamo ancora molto amici), ma non è questo il punto.
Quel che volevo dire con questo breve racconto è che crescendo poi, almeno in teoria, bisognerebbe imparare a proteggersi molto di più.
A non buttarsi come delle spericolate, a fare le proprie valutazioni e prendere tempo, tanto tempo. Bisognerebbe, si. Bisognerebbe tenere sempre a mente che l’impulsività nel seguire l’istinto non sempre paga, anche se va ammesso che quasi sempre porta a scoprire grandi verità, su noi stessi e sugli altri.
Sono moltissime le volte in cui avrei voluto essere in grado di trattenermi e proteggere ogni singolo frammento di me. Sì, pensare prima a salvaguardare me stessa: evitare scontri che mi avrebbero fatto solo male, fare scelte più ragionevoli, evitare di immischiarmi in faccende che tutto sommato non mi riguardavano in prima persona. Beh, non ho mai veramente imparato a farlo. Sono molto meno fiduciosa, molto più prevenuta, ma non per questo necessariamente meno impulsiva.
Quel che posso dirti di aver imparato, e di aver cambiato, se parliamo di protezione, è il fattore della mia crema solare.
Almeno lì, scelgo consapevolmente di non rischiare. Perché se è vero, come dice mia nonna, che anche andando piano, facendo le cose con calma, si può arrivare lontano, è vero allo stesso modo che si arriva all’abbronzatura più sana e duratura step by step, senza bruciare le tappe e senza scottarsi la pelle. Per questo, inizio sempre da una crema con fattore 30, fidata e performante, come questa di Lichtena: la linea Lichtena dermosolari infatti è focalizzata sulla protezione della pelle sensibile e reattiva, quindi già per me è un’extra coccola. Inoltre è arricchita dall’esclusivo Complesso ELIOSAN3 che, grazie ai suoi ingredienti attivi, assicura una tripla azione: antieritema, idratante e antiossidante:

Cominciare da un fattore 30 per me ormai è abitudine. Per il resto, la protezione zero spalmata sul cuore, come dice una canzone, è sempre, tutto sommato, il mio miglior pessimo vizio.
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