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Cosa significa essere un outsider?

Quando la bravissima Noemi di 25Tshirt mi ha mostrato le sue idee per la nuova collezione di magliette, sono rimasta particolarmente colpita da questa, con la scritta così netta che riportava una sola, fortissima parola: OUTSIDER.

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Noemi mi ha raccontato che la stylist Carlyne Cerf de Dudzeele si era definita così in un’intervista a Vogue e che era stata per lei grande fonte di ispirazione.

A me invece ha fatto pensare subito a quante volte mi sono sentita così, anche se forse mi vedevo più come un goffo “pesce fuori d’acqua”. 

La verità è che non si è outsider per scelta propria,

ma semplicemente perché si seguono pulsioni, tendenze e propri istinti che la maggioranza delle persone nella comunità in cui viviamo non segue. Essere considerato outsider, o deviante che dir si voglia, è quindi una successiva etichetta posta da chi ci vive attorno, una volta notato un comportamento non conforme (secondo loro, secondo il contesto).

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Ora, senza eccessi né estremismi, posso dire che dopo una vita passata a cercare di essere più simile possibile agli altri, mi sono finalmente accettata per come sono, anche nei tratti che magari escono dai confini dettati da etichette e stereotipi. Sono così, amo quello che faccio e soprattutto amo COME ho scelto di farlo; mi rende felice, anche se non è capito da tutti.

Per dirne una, legata al blog, amo la moda, ma non sono certo quel tipo di ragazza che ne è schiava, né tanto meno considero veritiera l’equivalenza moda=grandi firme.  Ho smesso di obbligarmi ai tacchi ogni santo venerdì solo perché un codice non scritto diceva che se uscivi, questi erano i patti. Ho smesso di schiarirmi i capelli, anzi ho iniziato a scurirli. Ho smesso di adattarmi agli stili degli altri e ho iniziato a settare i miei personali parametri di stile (apprezzabili o meno). Certamente, non sono poi così fuori dalle convenzioni nel vestire, ma credimi che trovare un proprio approccio allo scegliere cosa indossare e come, prevede già una buona dose di critiche.

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La cosa più importante che voglio raccontarti qui è che non sono più scesa a compromessi con il mio carattere

nonostante mi abbiano fatta sentire sbagliata un milione di volte: per la mia sensibilità, per il mio preoccuparmi troppo degli altri, per il mio bisogno di manifestazioni di affetto. Sentirsi sbagliate nell’età dell’adolescenza a anche un pochino dopo, vedersi sempre criticate e vedere persone a cui tenevi allontanarsi da te dopo esserti mostrata per come sei può avere effetti devastanti. Mi ricordo che passavo giornate a chiedermi “Ma esisterà al mondo qualcuno come me?”, qualcuno con un carattere simile al mio, modi di pensare comuni, con la stessa voglia di fare e di viversi la vita fino in fondo? Non volevo limitarmi, non volevo mai accontentarmi e soprattutto non volevo rinunciare a nulla. Capivo bene che mi sarei sempre sentita “stretta” in una cittadina, dove lo spazio per esprimersi è davvero poco. Cercavo di vivere più esperienze possibili, ma questo mio entusiasmo non era apprezzato. Mi dicevano che rischiavo di venire fraintesa e presa per quella che non ero. Credo che tanto di questo mood e conseguenti freni che mi ritrovavo a fronteggiare mi abbia portato a legarmi tantissimo al mio ex, oltre al sentimento: era l’unico che sembrava avermi capito e l’unico da cui, dopo tanti anni passati a sprecare energie con amici e conoscenti, volevo ricevere approvazione e rispetto.

Poi però ho dovuto arrangiarmi da sola

e ho capito che l’unica da cui dovevo ricevere approvazione e rispetto ero io. E soprattutto ho capito che se mi sentivo un outsider nel mio contesto quotidiano, in realtà al di fuori di quel piccolo mondo le mie pulsioni, la mia curiosità ed il mio entusiasmo erano perfettamente normali. Anzi anche parecchio apprezzate! Non è sempre detto che ciò che ci fanno pesare come sbagliato sia effettivamente sbagliato ovunque e per chiunque. E’ bene allontanarsi da certi parametri, da certi stereotipi fissati da altri e pensare alle nostre unicità, cercando di capire se ci fanno stare effettivamente bene, se ci portano dei vantaggi, se sono elementi irrinunciabili per la nostra unicità. Magari sono punti validi, ma sui quali dobbiamo lavorare per migliorarli. PER NOI, non per gli altri.

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Quando ti fanno sentire sbagliata domandati se forse, per caso, non sono loro ad avere una visione troppo limitata per capire che ciò che considerano un errore sono in realtà magari talenti, o attitudini meravigliose. Domandati se sei nel posto giusto per te.

A volte le persone semplicemente non sanno vedere al di là del loro naso. Altre volte semplicemente ti trovi con l’atteggiamento giusto, ma nel posto sbagliato.

E forse essere un pesce fuor d’acqua, un outsider rispetto a un certo ambiente, è solo che un bene.

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Tutto sommato non sei un pesce rosso, e la semplice acqua non ti basta: ti meriti un oceano.

farsi apprezzare da tutti è impossibile, ma certamente puoi attorniarti di persone che sanno amare ciò che sei. Quelle persone saranno il tuo tutto. Scegli chi riconosce la tua bellezza più vera. E outsider diventerà una parola bellissima.

 

OUTFIT:

Pantaloni: H&M

T-Shirt: 25Tshirt –> QUI

Round Bali Bag: Amazon Fashion –> QUI

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