Quando l’alba iniziava ad illuminare con garbo la Cappadocia, la Mongolfiera Triste si ergeva in tutta la sua malinconia. Si gonfiava di rammarico, paura, umiliazione e nostalgia, fino a tendere al massimo le toppe sulla sua tela, un tempo accesa di colori vivaci, ora come punti di sutura.
I turisti ci salivano non senza nascondere il loro disappunto: che mongolfiera era mai quella?
Navigava triste nel cielo, trasportata passivamente da correnti e pilota, senza più voglia di dire la sua.
Non era sempre stata così, certamente. Era stata in passato, una mongolfiera magnifica, audace e coloratissima.