primo piano sneakers

Ho sempre avuto un rapporto strano con le scarpe. Il motivo è semplice: le consideravo una vera e propria riprova sociale. Scegliere le sneakers poi era un momento davvero delicato.

Da piccola era abbastanza facile assicurarsi uno sguardo di approvazione dalle compagne di classe, perché alla frase “Dobbiamo comprare un paio di scarpe nuove, Erica!” la risposta era una sola: Lelli Kelly.

dettaglio sneakers

Non c’era ma e non c’era se: si andava dritti al negozio in via XX Settembre e si dava inizio al rituale della scelta. Se chiedete a me, per la percezione del tempo che avevo, poteva anche essere che passassi lì dentro un pomeriggio intero a provare, cambiare e riprovare scarpe rigorosamente firmate Lelli Kelly. Ce ne erano tantissimi modelli (o almeno a me sembravano un’infinità!), uno più femminile dell’altro: con i fiori, ricamate, con brillantini, strass, a strappo, con le stringhe o a ballerina. Penso che ad oggi le potrei descrivere come tremendamente leziose, eppure ai tempi le amavo alla follia e non volevo sentire ragioni: “Siam Lelli Kelly, le tue scarpine oh yeah! Siam Lelli Kelly le più carine…”. Se avevi quelle, eri OK. E poi, ti davano sempre anche un regalo! Un po’ come se oggi insieme alle scarpe ci regalassero una borsa o prodotti di make-up…magari!

Poi c’era stato il periodo della Fornarina e di tutto quel genere di polacchini che pesavano come una mia gamba, ma erano tremendamente cool tra noi ragazzine gasate. Volevamo mica farne a meno? No sicuro.

Nel mio percorso legato alle scarpe però ricordo un paio di brutti “scivoloni”

Parlo di quando mia nonna mi comprò un paio di mocassini ARANCIONI, scamosciati, presumo anche pagati una cifra considerevole. Quando iniziai la quarta elementare a Verrua, in campagna, mi resi subito conto che lo stile cittadino era considerato un po’ troppo sopra le righe e una scarpa così esuberante non era ben vista, anzi: era semplicemente “da sfigata”. Ricordo che durante l’intervallo me le pestavano di continuo, fino a sporcarmele senza rimedio e rovinando per sempre il camoscio colorato. Sfinita, le avevo buttate in fondo alla scarpiera per fare in modo di non vederle nemmeno più.

sneakers outfit cappello e cappotto

Non ricordo tutte le scarpe che ho avuto, però ho bene in testa il momento in cui mi sono innamorata senza rimedio una sneakers:

ero sola in classe, sarà stata la prima o seconda media. Ero salita prima di tutti dall’ora di ginnastica. Mentre vagavo per l’aula senza nessun motivo, i miei occhi si erano posati su un paio di scarpe lasciate sotto un banco, a favore del cambio con quelle per la palestra. Erano di Dario. Dario, che veniva dalla grande città, Milano, e aveva sempre tutte le cose più belle e alla moda: abiti e accessori dei quali tutti noi, anche io che ormai l’ambiente cittadino l’avevo quasi dimenticato a favore della campagna, ignoravamo l’esistenza.

Si trattava di un paio di Silver. Le più classiche, argento con il simbolo rosso. Mi ero tolta una scarpa e ci avevo appoggiato il piede dentro, non riuscendo a riempirle nemmeno per metà. Ricordo come se fosse adesso il freddo della soletta contro la mia calza sottile e, sarò pazza, ma guardando il piede in quelle scarpe troppo grandi per me, mi ero sentita invincibile. Mi ero immaginata accanto a lui, un alter ego della principessina goffa e ipersensibile, che non sognava altro che sentirsi potente. Mi vedevo vestita sportiva, ma comunque sexy, come solo la sua fidanzata di allora, un anno più grande di noi, riusciva ad apparire.

borsa beige camel coat

Insomma, mi ero fissata che quelle scarpe potevano cambiare la percezione che avevo di me e avevo iniziato a chiederle ad ogni occasione: compleanno, Natale, consegna di pagelle con ottimi voti…Niente. Costavano troppo, una cosa come 180€. I miei cercarono anche di rifilarmi un’imitazione, di quelle senza il simbolo del lato. Le mettevo, ma non avevano niente a che fare con quelle originali, non mi trasmettevano nulla.

Un giorno finalmente mia nonna si convinse, non so come, e decise di comprarmele. Erano passati almeno 4 anni da quando avevo posato il mio piede nelle scarpe di Dario in quell’aula silenziosa, ma non importava. In quel momento ero diventata imbattibile, sicura di me. Nulla poteva scalfirmi.

camel coat outfit sneakers

Le indossavo sempre, perennemente. Le curavo in maniera maniacale. Dopo un anno, ancora non avevano un difetto, erano immacolate. Le pulivo costantemente per mantenerle bianche e perfette.

Poi, non ricordo come, la storia d’amore tra me e le Silver finì.

Forse semplicemente stavo crescendo. Volevo qualcosa che mi facesse sentire più donna, più adulta, più elegante. Avevo iniziato a indossare le Hogan e degli stivaletti neri morbidi, le ballerine (!!!) Porselli e i sandaletti con i cristalli. Le Silver piano piano uscirono di scena senza nemmeno che me ne accorgessi.

Da allora, ho praticamente smesso di indossare scarpe da ginnastica, se non in occasioni molto casual o per uscire al volo, ma comunque ci ho messo del tempo per decidermi a scegliere le sneakers anche solo per quel tipo di occasioni informali. Non mi facevano sentire bella abbastanza, anzi, mi ricordavano la me imbranata, piccola e senza nessuno standing. Ho acquistato, dopo mesi di riflessioni, delle Adidas Super Star, un paio di All Star bianche e infine, lo scorso anno, le Superga, sempre bianche, con il platform, per darmi almeno un tono. Ma quando le metto con i leggings e la felpa larga per andare dal mio ragazzo, mi sento sempre un’eterna 15enne in fuga dai genitori e troppo bisogno di farsi proteggere. No, non è la sensazione che amo portarmi addosso quando vado in ufficio!

sneakers outfit camel coat

blogger posa jeans bianchi

Dopo anni però ho capito che se sono sicura di me, devo (e posso!) riuscire ad esserlo anche senza tacchi. Al di là del fatto che di base apprezzo di più una scarpa femminile che una sneakers, ho imparato però a sfidarmi ad adottare look meno eleganti, sentendomi sempre e comunque a mio agio. Quando le mie colleghe mi hanno vista arrivare a lavoro con queste ASFVLT, quasi non credevano ai loro occhi. Devo ammettere però che, nonostante siano molto particolari, mi davano più sicurezza e mi facevano sentire meno “in tuta” rispetto alle seppure splendide Adidas: questo per via dei dettagli colorati e del modello più aggressivo e meno banale. Penso che di questo brand indosserei volentieri qualsiasi modello!

Wear This When:

se sei iper-femminile, sfidati anche tu con look meno eleganti e scarpe sportive.

Come scegliere le sneakers perfette? Se hai bisogno di sentirti sicura, scegline un paio con una forte personalità,  o almeno qualche tratto particolare: in questo modo ti saranno d’aiuto per far uscire il lato un po’ “spaccone” del tuo carattere.

jean bianchi e sneakers

Un look simile a questo che ti ho presentato oggi è adatto in occasioni che ti sono familiari e situazioni serene che non ti creano ansie o nelle quali ti senti messa alla prova: comporterebbero un minus e non ti sentiresti al tuo meglio. Evitale quindi in situazioni in cui sai già che non sarai a tuo agio e in occasioni di confronto con persone più adulte o con più seniority di te, ma anche con cui semplicemente non ti rapporti bene (magari per diversità di carattere o pensiero): da un lato perché ovviamente certe situazioni richiedono look più formali, ma anche e soprattutto perché la scarpa sbagliata rischia di intaccare la tua sicurezza.

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