stampa su tessuto

Stampa su tessuto, di cosa si tratta? Oggi parliamo di questa tecnica e di come nasce!

Storia delle tecniche di stampa su tessuto

Fare un rapido excursus storico sulle tecniche di stampa su tessuto non è facile perché nell’antichità furono numerosi gli autori che fecero riferimento a questa produzione. I loro testi, però, non riportano dettagli in grado di provare la solidità dei risultati. Tra gli esempi più autorevoli si può citare Erodoto, che parla di abiti tinti con un colorante ottenuto dalle foglie di alcune piante (precisando che questi colori non sbiadivano) e Plinio il Vecchio che nella sua “Naturalis historia” sostiene, invece, che erano stati gli Egizi i primi a disegnare e stampare su vesti e veli.

L’India: dove tutto ebbe inizio

Ma la vera storia della stampa tessile e delle tecniche di stampa su tessuto si colloca principalmente in India, dove gli esperti trovarono i primi centri di produzione dei tessuti stampati. Alcuni scavi archeologici, infatti, hanno riportato alla luce frammenti di cotone stampato risalenti addirittura al II millennio prima dell’era cristiana. Quando questi tessuti stampati arrivarono in Europa, nacque immediatamente un fiorente mercato, oltre all’esigenza di conoscere le tecniche di stampa e l’uso dei colori.

I primi tentativi si realizzarono nella provincia di Marsiglia, non a caso città portuale, in cui approdavano non solo le tele, ma anche i loro artefici con i preziosi utensili annessi. Nasce così una prima industria che costituisce un nuovo orientamento per il mondo del tessile e della stampa su tessuto poiché utilizza tavole di legno incise a rilievo. Successivamente si verificherà una vera e propria “guerra delle tele” che durerà per decenni fino a quando l’autorizzazione a stampare sarà nuovamente concessa.

Tecniche di stampa

Una volta terminata questa fase proibizionistica è sempre la Francia a lanciarsi nella produzione di tessuti stampati. È la zona intorno a Versailles che vede le manifatture più celebri dell’epoca. Il procedimento usato costutiusce un caposaldo per i decenni successivi. Questa tecnica prevede che la tela a supporto della stampa debba essere purificata da oli o appretti aggiunti in fase di tessitura e debba poi essere lavata e battuta così da eliminare ogni impurità. Per l’imbianchimento, invece, si utilizzano prodotti diversi a seconda delle epoche: il cloro, l’acido solforico o una miscela di cloro e calce. Successivamente, il tessuto di cotone viene passato alla calandra e la grana di tela diventa liscia e pronta per la fase successiva: la stampa dei mordenti.

Affinchè i coloranti si fissino nel profondo della fibra, vengono mescolati a sostanze chiamate mordenti. Utilizzando vari tipi di gomme naturali, i mordenti si inspessiscono e formano una pasta che viene stesa localmente sulla tela in corrispondenza del motivo da riprodurre. E’ importante precisare che vengono stampati tanti mordenti quante sono le tinte. Per la stesura dei mordenti vengono impiegate, separatamente o congiuntamente, tre tecniche differenti: la stampa con matrici piane di legno, con matrici piane di rame e a rullo con cilindri di rame. Generalmente i blocchi di legno, sui quali gli artigiani incidono i motivi in rilievo, non superano i 40 centimetri di grandezza e dunque, per un disegno a otto colori, verranno realizzati otto blocchi distinti. La stampa viene realizzata su enormi tavoli ricoperti da un feltro di lana per proteggerli e, al contempo, attenuare le vibrazioni dovute ai colpi.

Esite poi un altro metodo di stampa, meno complesso, detto “per riserva” che permette di ottenere disegni bianchi su un fondo colorato. I rilievi della matrice vengono coperti con una miscela di cera e terra che viene poi stampata sulla tela bianca. Una volta asciugata, la tela viene immersa nella tintura che penetra dove la cera non aveva coperto il tessuto. Il calore poi fa sì che la cera si sciolga e lasci apparire il motivo in bianco.

Rispetto alla tecnica di stampa con la matrice di legno quella con la matrice di rame incisa risulta più fine e permette di realizzare disegni maggiormente delicati, con giochi di luci e sfumature simili a quelle delle stampe a taglio dolce. Infine, la tecnica di stampa a cilindri di rame permette di risparmiare molto tempo perché la macchina lavora in continuo e fornisce un prodotto di precisione inimitabile. Una volta terminata la procedura, indipendentemente della tecnica di stampa utilizzate, le tele sono apprettate con una soluzione di cera ed amido, prima di passare alla calandra calda. Si finisce con il piegarle e confezionarle per essere pronte alla vendita.

All’epoca, dall’inizio del procedimento potevano passare dai tre ai sei mesi circa, a volte anche di più in base alla stagione ed alle condizioni atmosferiche. Si valuta che un artigiano potesse realizzare circa 25 metri di tela in quattro colori al giorno, con una matrice piana di legno, mentre con il cilindro di rame si potevano produrre fino a 5000 metri al giorno.

Conoscevate queste tecniche? Spero di avervi fatto scoprire qualcosa di nuovo e interessante! A presto 😊

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